Eleonora Di Matteo
UOSD Dermatologia, Policlinico Tor Vergata – Roma
Il dermatoscopio è considerato lo stetoscopio del dermatologo, in quanto può essere regolarmente utilizzato per supportare la diagnosi in dermatologia generale, diffondendo così la sua utilità nelle malattie infiammatorie e infettive cutanee. L’uso della dermatoscopia nella diagnosi e nella gestione delle patologie cutanee parassitarie e infettive è stato definito come entodermoscopia e numerosi studi hanno confermato i suoi vantaggi in dermatologia. Sono stati identificati e descritti pattern dermatoscopici di diverse infezioni cutanee parassitarie, virali e fungine. Una diagnosi non invasiva, rapida e accurata svolge un ruolo importante nel contenere la diffusione di disturbi cutanei contagiosi.
VERRUCHE VOLGARI
Le verruche volgari di solito si presentano alla dermoscopia come papille raggruppate, centrate da vasi punteggiati o ad ansa, spesso circondate da un alone biancastro, e mostrano un aspetto a “uovo di rana”.
CONDILOMI
Il reperto dermoscopico più comune dei condilomi è il cosiddetto motivo a mosaico, ovvero la presenza di vasi raggruppati, punteggiati o glomerulari, circondati da una rete biancastra.
MOLLUSCO CONTAGIOSO
La dermatoscopia del mollusco contagioso di solito mostra la presenza di un poro centrale su un’area amorfa bianco-giallastra, spesso circondata da sottili vasi a corona.
TINEA CORPORIS
La tinea corporis all’esame demoscopico mostra un fondo eritematoso aspecifico, squame e punti bianchi. La presenza di punti neri circondati da un alone biancastro pallido potrebbe indicare il coinvolgimento dei peli e la necessità di un trattamento antifungino sistemico.
SCABBIA
La scabbia è la malattia cutanea la cui diagnosi ha ottenuto il massimo vantaggio dall’uso del dermatoscopio. Il cosiddetto segno del “jet con la scia” è diventato patognomonico per la diagnosi di scabbia, e rappresenta il tragitto irregolare scavato dall’acaro, la cui parte anteriore del corpo è visibile alla dermatoscopia come una piccola area bruna a punta di freccia. Di recente , un nuovo pattern dermoscopico è stato descritto nella scabbia norvegese, il “noodle sign” , ovvero un raggruppamento di numerosi cunicoli nello stesso campo demoscopico.
UN NUOVO CHINOLONE TOPICO PER L’IMPETIGINE
L’impetigine, infezione batterica acuta sostenuta da S.aureus e S. piogenes, è una delle più comuni patologie cutanee del bambino di età pre-scolare, ma può interessare qualunque età. È molto contagiosa e può essere primaria o manifestarsi come sovrainfezione di una sottostante dermatosi. La diagnosi solitamente è clinica ed agevole per il dermatologo. Nella maggior parte dei casi non complicati, la terapia antibiotica topica rappresenta il trattamento di scelta. Tuttavia oggi si assiste ad un aumento delle antibiotico-resistenze alle attuali comuni terapie topiche, che ha dato la spinta alla ricerca di alternative nel trattamento antibiotico dell’impetigine. L’ozenoxacina è un nuovo antibiotico chinolonico non fluorurato sviluppato per l’uso topico, con efficace azione battericida nei confronti di vari patogeni responsabili di infezioni cutanee, anche verso ceppi che presentano resistenza ad altri chinolonici o meticillino-resistenti. Ozenoxacina 1% crema ha dimostrato elevata rapidità di azione, e la sua posologia consiste di 2 applicazioni al giorno, per 5 giorni. Nei diversi studi clinici l’ozenoxacina topica ha dimostrato efficacia e sicurezza clinica. In combinazione con le sue caratteristiche favorevoli, come un basso dosaggio de3l principio attivo e un regime di trattamento breve, la crema di ozenoxacina all’1% rappresenta quindi una valida alternativa per il trattamento dell’impetigine per le popolazioni pediatriche e adulte.
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